Un periodo di maturazione fresco e lungo ha caratterizzato questa vendemmia.
È stato possibile separare piccole partite a seconda dell’evoluzione di maturazione per tutte e tre le uve.
Lo chardonnay è stato vendemmiato in tre giornate diverse e sono state identificate quattro piccole partite.
Sono stati riscontrati circa dieci giorni di ritardo delle date di vendemmia rispetto al 2015, con il primo giorno il 20 e l’ultimo il 29 settembre.
Nel periodo di maturazione non si sono avuti picchi oltre i 34°C, fatto che ha garantito ottimi aromi e una buona acidità.
La vendemmia rigorosamente manuale in piccole cassette è stata realizzata solo durante la mattina in modo che le uve arrivassero fresche in cantina.
Le partite raccolte sono state tenute separate.
La pressatura dei grappoli interi è stata lunga e soffice e il mosto fiore è stato separato dal mosto di pressatura quando ha raggiunto circa 50% di resa.
I mosti sono stati chiarificati a freddo e dopo il travaso hanno iniziato a fermentare con i lieviti indigeni.
Considerata la sanità delle uve è stato aggiunto solo un piccolo dosaggio di SO2 e sono state monitorate con degustazioni e stimolate con batonnage.
Al contrario del mosto fiore, i mosti pressa hanno fermentato con la stessa cinetica degli altri vini: circa un mese di fermentazione spontanea.
Alla fine della fermentazione alcolica i vini sono stati travasati e sono rimasti in piccoli contenitori di acciaio.
Ci interessava seguire l’evoluzione dei vini senza l’aggiunta di SO2 e senza l’interferenza del legno.
Dopo due anni di degustazioni e di monitoraggio dell’evoluzione dei vini, una delle partite è stata travasata in barrique francese di secondo passaggio dove è rimasta per 6 mesi. Il percorso alternativo scelto per questi vini ci sembra interessante, evolvendo in modo più positivo di quello che ci aspettavamo.
Il 9 agosto 2019 è stato fatto l’assemblage delle partite e il vino è rimasto in affinamento altri sette mesi fino all’imbottigliamento.
Solo prima dell’imbottigliamento è stato aggiunto un piccolo dosaggio di SO2.
Imbottigliamento manuale il 18 marzo 2020.
Ottima impronta minerale e di frutti bianchi maturi.
Dopo qualche minuto nel bicchiere emergono le note citriche e di erbe officinali, in particolare l’aroma di origano e della macchia mediterranea.
Freschezza ed eleganza anche in bocca, e nonostante fosse un mosto di partenza ‘meno pregiato’ ha sorpreso per la sua crescita e originalità.
Ha un delicato retrogusto floreale.
L’ossigenazione valorizza il suo profilo.
Temperatura di servizio suggerita: 12-14°C
I primi mesi dell’anno sono nella media con periodi più asciutti e freddi (gennaio), periodi piovosi e freddi (febbraio) e periodi tiepidi e asciutti (marzo).